Storia

A cura dell’ins. Andrea Salamone

La cittadina di Borgetto sorge sul declivio di una collina, nel versante opposto alla classica Conca d’Oro. Sovrasta all’abitato una serie di colline ed altipiani coronati in fondo dalle alte montagne di Crocefia e di PIatti. Guardando verso il mare un panorama d’ incantevole bellezza colpisce lo sguardo. Dell’antistante pianura limitata a nord dal pittoresco golfo di Castellamare fino alle colline del Capo S. Vito; dalla montagna del Palmito fino al ridente paese di Montelepre, l’animo dello spettatore rimane profondamente conquiso da un’onda d’ispirata poesia.Vito; dalla montagna del Palmito fino al ridente paese di Montelepre, l’animo dello spettatore rimane profondamente conquiso da un’onda d’ispirata poesia.
Il nome di Borgetto deriva dall’arabo “burg” o secondo altri dal greco “burgos” che significa: torre-castello. Anticamente si era soliti fabbricare prima una torre ed intorno ad essa era assai facile che sorgessero delle abitazioni per maggiore sicurezza e tranquillità degli abitatori; ragione per cui antonomasticamente l’agglomerato assunse il nome di Borgetto. Poichè sull’emblema del Comune figura una torre preferirei accogliere l’accezione Borgetto direttamente dall’etimo greco “burgos” e una fonte del 1855 denomina il noto Largo Migliore – con evidente riferimento al castello o torre – Largo Castellaccio.
Ergevasi dunque solitario fra gli sterminati e silenziosi boschi fin dalla seconda metà del XIII sec. il castello del Burgetto. Rovistando fra gli antichi manoscritti ancora non ho trovato alcun documento sulla sua origine. E’ certo però che la fortezza è stata eretta a propria difesa da un potente signore, forse durante la dominazione saracena o con molta probabilità da un signore normanno o svevo. La leggenda tradizionale che fino a tempo addietro correva fra i Borgetani racconta che uno stormo di banditi si fosse rifugiato sotto la protezione del feudatario di Borgetto; che il capo della banda abbia contratto matrimonio con la figlia del signore; e che lì quegli uomini, attirando dai prossimi comuni le donne per farne le compagne più o meno legali, abbiano dato principio al “Casale di lu Burgettu”.
Il primo documento fin ora riscontrato che parla di Borgetto è la pergamena del 21 ottobre 1294. In esso è detto che Simone D’Escolo possessore del feudo e casale del Borgetto, inquietato dai suoi vicini impetra dall’Infante D. Federico, Luogotenente del Regno, che vengano aperte le lettere del Re Giacomo d’Aragona, con le quali viene raccomand8to di mantenere nei suoi diritti il nobile cavaliere palermitano Simone D’Escolo nel casale del Borgetto.
Nel 1337 il feudo è caduto per mancanza di maschile successione a Margherita D’Escolo, moglie di Federico D’Antiochia Fellone, potente Conte di Mistretta e Gran Cancelliere del Regno. Questi ribellatosi al re Pietro II e dichiarato traditore fu privato fra l’altro del feudo di Borgetto e con decreto reale del 20 gennaio del 1339 fu preposto alla Contea di Borgetto Raimondo de Peralta, Regio Almirante e Maggior Camerario, Conte di Caltabellotta. Però avendo contratto molti debiti per i servizi resi al sovrano, il Peralta chiese ed ottenne dal re, Ludovico, il permesso di vendere il nobile feudo del Borgetto col servizio militare a Perrone de Campsore, il quale, con atto del 13 marzo 1347 lo ipotecava a Guglielmo de Martino, per garenzia di onze d’oro 133, prezzo d’olio acquistato a credito. Ma non soddisfatto il debito, nel maggio 1351, il nobile feudo di Borgetto è messo all’asta pubblica da parte dei legittimi del De Martino. La nobildonna palermitana, Margherita De BIanco, vedova di Giovanni da Caltagirone, barone di S. Stef3no, compra il feudo e casale di Borgetto per once 92. Questa presso a morire, con atto pubblico del 2 febbraio 1355, per spianare la via del cielo e forse per lasciare a quei naturali un buon governo, dolce e pio, dona il feudo e casale di Borgetto ai PP. Benedettini dì S. Martino delle Scale con l’obbligo però di erigere nel feudo un monastero dedicato a S. Benedetto e per facilitare detta costruzione legava ancora once 100. I monaci benedettini, già padroni, chiesero ed ottennero dal re Federico la esenzione dell’obbligo del servizio militare dovuto ai Naturali di Borgetto perchè “Feudum nobile!
Da questo periodo comincia la secolare signoria del Moriastero di S. Martino delle Scale su Borgetto e dura fino a quando per l’avvenuto aumento della popolazione per ragioni di ordine e di sicurezza” si dovette creare una civica amministrazione. L’abate del monastero di 5. Martino esercita il Supremo dominio sul feudo per mezzo di Magistrati da lui designati e del Rettore, che, sebbene sia un monaco, ha tuttavia la propria abitazione in mezzo al popolo. I religiosi si mettono senz’altro all’opera: istruiscono nella dottrina cristiana, aprono scuole, mettono un medico a disposizione degli infermi, sistemano alcune prigioni per garantire l’ordine pubblico. Intanto il feudo si andava popolando rapidamente tanto che Mons. Marco La Cava, Vescovo di Mazzara: il 21 ottobre 1620 decretava con apposita bolla la creazione di una parrocchia in Borgetto sotto il titolo di S. Benedetto, Ma questa creazione non è in armonia con le usanze monacali dei PP. Benedettini che tergono tanto al silenzio a al raccoglimento. E’ da dire che fin da quando è stata costituita in Partinico (1583) l’arciprete titolare esercitava anche giurisdizione sugli abitanti di Borgetto. I Naturali del feudo avevanoin assegnazione dei pezzi di terreno che coltivavano e dal qua!e traevano quanto occorreva per vivere. Fin dal 1625 le persone cominciano a chiedere al monastero di S. Martino l’autorizzazione a fabbricare proprie abitazioni nel feudo. Il fatto che le case erano sparse qua e là creò un complesso di difficoltà di ordine pratico sopratutto l’importante problema dell’assistenza notturna ai moribondi che si presentava assai oneroso sia per i poveri religiosi che per il sanitario che sovente eran fatti segno di angherie e vessazioni di ogni sorta da parte di malevoli. Ragione per cui il Rev.mo Abate fu costretto a decretare d’autorità che tutti gli abitanti del luogo disertate le abitazioni isolate si coalizzassero intorno al nucleo centrale. E nel cuore di questo agglomerato sorgeva nel 1705 la Chiesa dedicata a 5. Maria Maddalena, Proprio in questo tempo hanno inizio gli sforzi dei Borgetani e dei PP. Benedettini destinati ad ottenere l’indipendenza spirituale dalle giurisdizioni dell’arcipretura di Partinico, coronati dall’atteso successo soltanto nel 1710. Ma un altro problema di ordine amministrativo richiedeva immediata soluzione: l’opportunità per evitare abusi di vario genere che la minuscola cittadina fosse retta da una civica amministrazione locale. Fu dietro la iniziativa di P. Giuseppe Antonio de Requisana, abate di S. Martino, che il 28 ottobre 1751 veniva decretato “ absque ulla interposita mora “ l’erezione a Borgetto del Corpo Amministrativo o Universitas che dir si voglia. Il numero degli abitanti, in questo tempo, non superava i 1500. I nomi dei primi quattro Giurati che amministrarono l’Universitas furono: D. Leonardo Vicari, D. Giuseppe Bonfardeci, D. Filippo Migliore e D. Nicola Ragusano. I Padri di S. Martino; intanto, venendo incontro ai bisogni più urgenti della nascente Comune assegnavano all’Universitas di Borgetto un giardino nei pressi della Gancia, giardino che fu tenuto fino al 1933 quando per vari motivi fu alienato. Con la legge dell’11 ottobre 1817 veniva abolito l’antico corpo amministrativo dei Giurati e in cambio entrava il Decurionato con a capo il sindaco. A Borgetto detta legge venne messa in vigore nel 1819 e così fu costituito il decurionato composto di 12 persone con a capo il primo sindaco nella persona di D. Faro Lupo. Con atto stipolato il 23 aprile 1826 il Dott. Santi Migliore cedeva in enfiteusi al comune di Borgetto un tenimento di case poste nel piazzale della Matrice per essere adibiti agli uffici di “Cancillaria”, aule di scuola, a carcere e di giudicato.
Nel 1837 il flagello mortale del colera colpì duramente la popolazione di Borgetto, tanto che su 5000 abitanti, in meno di un trimestre della calda estate più di 500 persone venivano falciate dalla terribile epidemia. Nel 1855 il numero dei Decurioni da 12 passò a 14; col Regno d’Italia a N.20 Consiglieri. Opere di risanamento civile furono compiute nella cittadina che ne resero più funzionale il soggiorno: quale fognature, cimitero, servizio idrico, strade, ponti. Venne a coronare questo complesso di opere nel settembre del 1914 la posa della prima pietra del grande edificio scolastico, vero tempio di scienza e di civiltà, come fu detto allora, compiuta da V.E. Orlando con un rito improntato a solennità e decoro. Un altro avvenimento degno di menzione, che fece vivere giornate di gioia spirituale, fu la solenne Incoronazione della Madonna del Romitello, avvenuta il 27 agosto 1922. In quella atmosfera di fervore Borgetto assunse l’aspetto di una cittadina chiassosa e spensieratamente godereccia Si ricostituiva la banda musicale, fu aperto un albergo – ristorante; tutto funzionava a regola d’arte. Ogni civica amministrazione che si è occupata della “res publica” borgetana si è sforzata di non sfigurare di fronte all’opinione pubblica, favorendo il commercio, l’ industria paesana, insomma incrementando il benessere e la tranquillità del paese. Fra le ultime lodevoli iniziative di somma utilità pubblica vanno ricordate l’apertura del posto di telefono pubblico (21/12/1951); la creazione del complesso edilizio municipale; l’edificio delle Poste e Telecomunicazioni inaugurato ufficialmente il 10/9/1961 dall’ On.le Bernardo Mattarella. dall’ On.le Bernardo Mattarella. Molte cose sono ancora in programma di realizzazione alcune di immediato svolgimento, altre ancora aspettano tempi migliori. Va ricordato che Borgetto ha dato i natali a persone degne di menzione, quale il Cav. Dott. Salvatore Salamone Marino ( 8/12/1847) famoso nelle sue indagini e nei suoi ricchi apporti alla storia del folklore della Sicilia. E’ sua una famosa pubblicazione: la Baronessa di Carini, storia patetico-sentimentale che ha commosso e continua a commuovere i suoi lettori. Lavori utili su Borgetto sono: la pubblicazione delle pergamene sulle origini del paese, appunti storici del Monastero delle Ciambre, e sulla storia della Madonna del Romitello. Morì a Palermo il 17 marzo 1916. famoso nelle sue indagini e nei suoi ricchi apporti alla storia del folklore della Sicilia. E’ sua una famosa pubblicazione: la Baronessa di Carini, storia patetico-sentimentale che ha commosso e continua a commuovere i suoi lettori. Lavori utili su Borgetto sono: la pubblicazione delle pergamene sulle origini del paese, appunti storici del Monastero delle Ciambre, e sulla storia della Madonna del Romitello. Morì a Palermo il 17 marzo 1916. Un altro personaggio degno di menzione è il Sig. Comm. Dott. Santi Migliore. La sua competenza giuridica di studioso e di maestro non ne fanno soltanto un politico di primo piano, così che può presiedere nel 1854 la Suprema Corte di Giustizia, ma gli conciliano altresì adesione e consensi da parte di animi esacerbati per dissidi paesani. Ricordiamo anche il Sig. Di Marco Notar Salvatore, uom0 di cultura qualificata e di sano equilibrio nei molti e delicati incarichi a cui fu destinato. Poeta nato è Salvatore B’Arrigo di cui va meritamente nota la siciliana “Lu culera di lu 1837. Andrea Albano nato nel 1816, verseggiò molto e le sue poesie d’ispirazione archilochea, divennero popolarissime. Morì nel 1858 . Salvatore Caronda, anche lui verseggiò soprattutto di argomento religioso. Figura tra i figli di Borgetto una distinta personalità contemporanea, Giuseppe Pirrone, valente cesellatore in bronzo, scultore e pittore degno di interesse. A lui è stato conferito l’oneroso compito di realizzare il complesso monumentale ai Caduti di Borgetto.   Merita un posto tutto a parte il Can. Dott. Baldassare Safina, non borgetano. Nome caro ad ogni Borgetano, il Can. 5afina venne da Mazzara del Vallo nel 1904 a dirigere il ‘Santuario del Romitello. A lui si deve la venuta dei PP. Passionisti a Borgetto, la Solenne Incoronazione della Madonna del Romitello e l’aver curato con sacrifici non indifferenti la manutenzione dello stradale del Santuario. Morì il 22 agosto 1926 etutta Borgetto lo pianse come padre e insigne benefattore e gli tributò solenni esequie. Una nota particolare va riferita al patrimonio ecclesiastico del paese.

Pagina aggiornata il 17/10/2023

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